Peter Rice e L'Opera House di Sydney

Peter Rice: l’immaginazione costruttiva

Recensione

peter rice libro

Editore: Christian Marinotti Edizioni 2012
Misure: 18×25,5 cm, pp.176
Peso: 443 g
ISBN: 978-88-8273-132-8
Prezzo di copertina: 23 €

Peter Rice (1935-1992) è forse il più grande e il più noto tra gli ingegneri del secondo Novecento, così recita la quarta di copertina. Chi è Peter Rice? Menil Collection, Sydney Opera House, Stadio San Nicola, Centre Pompidou, sono solo alcuni dei progetti nei quali ha avuto un ruolo da protagonista.

Ma al di là delle opinioni personali circa la grandezza o meno di questo celebre ingegnere strutturista, quel che interessa, e che emerge dalla lettura di questo bel librino pieno di disegni, è l’immagine di un Peter Rice fedele rappresentante del ruolo dell’ingegnere nella seconda metà del Novecento. Si parla molto del rapporto tra Architettura e Ingegneria: «creativa la prima, inventiva la seconda» secondo l’Autore. La «distinzione tra creazione e invenzione è la chiave per comprendere la differenza tra ingegneri e architetti», si legge a pagina 68. Ed è proprio in questa distinzione, non drastica ma chiara, netta, tra Ingegneria e Architettura, il cuore della ricerca di Rice.

Questa raccolta di scritti, messi insieme dalla moglie Sylvia dopo la prematura scomparsa dell’Autore, chiarisce il ruolo dell’ingegnere moderno attraverso il racconto delle problematiche, e della loro risoluzione, sorte durante la progettazione di pietre miliari dell’architettura contemporanea. Con la fase creativa oramai lasciata quasi interamente agli architetti, Rice deve ritagliarsi un ruolo nuovo, un ruolo difficile e ingrato: risolutore di problemi.

Progettisti totali come Robert Maillart, Gustave Eiffel, Thomas Telford, sebbene citati in una interessante postfazione dal traduttore Attilio Pizzigoni, sono lontani anni luce: l’unità tra Arte e Tecnica si è lacerata da tempo. Peter Rice in questo libro, e con tutta la sua opera, tenta un paziente lavoro di ricucitura.

Studio Nikuraze

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